domenica 18 gennaio 2009

Tutte le lingue del mondo, Claudio Lolli

Noi,
vagabondi per troppa passione e
per niente saggi,
siamo scesi davvero per sbaglio
a questa fermata,
due viaggiatori ed un solo bagaglio:
un silenzio di carta vetrata
in cui
dovevamo trovare qualcosa da dire,
parlare d'amore, parlare di noi,
assordati dal fiato del treno...

Ma è bastato guardarti le labbra
e ho capito qualcosa di più
della tua confusione,
della mia confusione,
del nostro respiro,
del nostro rumore profondo, perché
tutte le lingue del mondo
non ci servono per capirci
e l'unica lingua che ho
non mi basta per baciarti,
per baciarti dove vorrei,
dove sei bella come sei,
dove non c'è mai stato bisogno di parlare.

Noi,
squilibrati tra scienza e parole ma
comunque vivi,
con il sangue che batte le ore
a un'altra velocità
e un ricordo-futuro al posto del cuore,
con le strade, le luci, di un'altra città diversa
da quest'incrocio di venti in cui siamo caduti
per caso, in anticipo o forse in ritardo,
con la faccia di un grande attor comico,
con la faccia di Keaton il giorno
in cui fu invitato a brindare
alla fine del cinema muto...

Quella fine che è stata l'errore di un dio
poliglotta, volgare, iracondo
tutte le lingue del mondo
non ci servono per capirci
e l'unica lingua che ho
non mi basta per baciarti,
per baciarti dove vorrei,
dove sei bella come sei,
dove non c'è mai stato bisogno di parole.

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